Cessate il fuoco ora”. È stato il messaggio lanciato all’unisono dai relatori del meeting promosso dalla Fondazione Leopardi nella sua Luce per riflettere sulla situazione sanitaria a Gaza e sulla pace possibile.
L’incontro, svoltosi il 20 gennaio nell’auditorium “San Gaspare del Bufalo”, è stato voluto con forza dalla presidente della Fondazione Leopardi, Francesca Sbiroli, che ha magistralmente condotto i lavori, mediando e sintetizzando tematiche di un certo peso che possono anche risultare di difficile comprensione. Ne è venuta fuori una tavola rotonda dove erano rappresentate tre religioni che discutevano tra loro, serenamente, di pace.

Il convegno è iniziato con il parroco di San Filippo don Luigi De Fazio che ha inneggiato alla fraternità e alla pace attraverso il salmo 133 ed una preghiera di don Tonino Bello.
Il dott. Mario Altacera, chirurgo dell’Ass. Emergenza Sorrisi ONG che si occupa di donare ai bambini affetti da malformazioni del volto nuovi sorrisi, ha supportato il suo intervento con la proiezione di immagini cruente di persone che a causa della guerra hanno subito dei traumi maxillo-facciale alcuni dei quali sono stati portati proprio in Puglia, al presidio ospedaliero Miulli per sottoporsi a interventi di ricostruzione.
Il dott. Fabio De Pascalis, medico odontoiatra e componente anch’egli dell’ass. Emergenza Sorrisi, ha sottolineato la non facilità di vivere quotidianamente nell’insicurezza, nel terrore, nella paura.

Il dott. Bassem Jarban, medico di base in Bari, componente della comunità palestinese Puglia-Basilicata, ha ribadito con forza come il conflitto non sia religioso bensì di interesse e quanto sia essenziale gridare la cessazione del fuoco immediata e lavorare per una pace equa.
Ronnie Barkan, matematico israeliano, in collegamento da remoto, ha descritto la tragicità della situazione con i numeri: 250 persone uccise ogni giorni di cui 120 bambini; ogni giorno 10 bambini subiscono amputazione di una o entrambe le gambe, molti senza anestesia; l’80% delle persone che soffrono la fame nel mondo si trovano a Gaza; 23 ospedali danneggiati gravemente o distrutti, così come 50 centri medici e 102 ambulanze. Una situazione insostenibile anche per la non potabilità dell’acqua sin da prima del 7 ottobre.

Jacopo Intini, cooperante a Gaza lavora con il CISS Cooperazione Internazionale Sud-Sud, attiva dall’88 in diversi “sud del mondo” e aree svantaggiate. In particolare in Palestina sono impegnati in un servizio di supporto psicologico per donne e bambini. Quella di Gaza, ha spiegato Intini, è una catastrofe senza precedenti che avviene alla luce del giorno: la popolazione ha niente per sopravvivere, gli aiuti umanitari arrivano con difficoltà e non riescono a coprire il fabbisogno della striscia di Gaza. Grave anche la mancanza di carburante che spesso impedisce ai medici di effettuare interventi chirurgici. Incalcolabile il numero delle fosse comuni.
In collegamento da remoto anche la giovane Alessia Morea che dallo scorso luglio si trova a Betlemme come operante con Pro Terra Santa. La putignanese ha spiegato come anche per loro siano cambiate le cose dallo scoppio della guerra non solo nelle mansioni ma anche nel modo di vivere il proprio servizio con disagi a cui non erano abituati. La Morea ha ricordato di aver consegnato invano all’amministrazione comunale una petizione con la quale si chiedeva di appendere fuori dal palazzo comunale uno striscione con la scritta “cessate il fuoco”.
L’attore Omar Suleiman ha deciso di trasmettere attraverso il suo lavoro la cultura della sua terra. Ha letto un commovente testo di un papà che non può festeggiare il primo compleanno del figlio per aver dovuto lasciare la loro bella casa. Parole che esprimono quanto dolore e sofferenza ci sia in un popolo nella guerra.

Mons. Giuseppe Favale con don Luigi De Fazio

L’ultimo degli interventi è stato affidato a Mons. Giuseppe Favale, vescovo della Diocesi di Conversano – Monopoli che ha lanciato un messaggio di speranza confidando nel fatto che, nonostante tutto, guardando all’intelligenza dell’uomo si possa sperare in una svolta, nella sua capacità di capire che non si deve andare oltre il male che si è già fatto e che non si deve strumentalizzare la religione in nome della guerra. “Bisogna credere in un’avventura nuova che ci porti ad usare i passi della pace, perché Dio vuole l’unità, ama tutti e non discrimina, ha misericordia per tutti. Nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra”, ha concluso Favale che ha anche ribadito quanto sarebbe importante disarmare o comunque non spendere soldi per le armi e usarli, invece, per alimentazione e sanità.

A fine serata Francesca Sbiroli, che nel 2006 per sei mesi ha prestato la sua opera in Cisgiordania con il Movimento Nonviolento italiano, ha invitato i presenti a sostenere i progetti sanitari a Gaza della Caritas e del CISS.
Rivolto, inoltre, all’amministrazione comunale, attraverso la consigliera Angela Fontana presente all’incontro, l’invito ad accogliere l’appello lanciato dalle diverse organizzazioni a livello internazionale illuminando la parete del Teatro Comunale Laterza con la scritta “Cessate il fuoco ora”.
Apprezzamenti sono stati espressi dagli uditori presenti per i contenuti dell’incontro di livello alto quasi diplomatico per la comunanza di intenti delle tre religioni sulla pace.

Di admin

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: CONTENUTO PROTETTO!