La pandemia non smorza l’allegria di Putignano, che ha dato inizio all’edizione 628 del suo Carnevale con il rito delle Propaggini, lo spettacolo di piazza trasferito nel teatro comunale con l’alternarsi di 9 gruppi di attori (8 in concorso) che, nei panni di contadini e personaggi buffi, si sono presi gioco dei politici e raccontato i fatti dell’anno con la maestria del dialetto e a colpi di battute mordaci e scurrili: ma a Putignano, si sa, ogni 26 dicembre tutto è concesso per rinnovare la tradizione dell’arrivo in città delle reliquie del Santo protettore, il primo martire cristiano Stefano, accolte nel 1394 dagli agricoltori dell’epoca intenti a innestare le viti o i cipponi, simbolo della fertilità e dell’amplesso, come da ascendenze pagane che affondano le radici nei riti dionisiaci. In mattinata, proprio la rievocazione storica da Piazza Principe di Piemonte sino a Piazza Plebiscito, grazie all’impegno dell’Associazione storico-culturale “Porta Barsento” guidata da Franco Antonacci.

Nel pomeriggio, ad esibirsi sul palco del teatro comunale nell’ordine: La Zizzania, I Petecchie, I Trap’lir cu i ceppon, Giugno ’87, I Capturt du’ Frallion, I Spatriat, A Cumbagneje d’i Uagnon, Gruppo D’Elia, a cui si è aggiunto il gruppo Cem, cem d rap i ciuquer di Armando Laera fuori concorso.

Uno status symbol quello del propagginante che si trasmette di padre in figlio e riscuote grande successo tra i giovani. Infatti, l’arte della scrialata promette davvero bene, considerando che molti figli d’arte hanno superato per brillantezza e verve i genitori: una rivelazione il nuovo gruppo de “I Trap’lir”, una conferma i “Uagnon” e una promessa i ragazzi de “I Cap’turt du’ Frallion” e i “Petecchie”.

Tra i temi più gettonati degli stornelli l’oro paralimpico di Vittoria Bianco, che ha portato Putignano sul tetto del mondo a Tokyo, i conti in rosso della Fondazione Carnevale, l’operato dell’amministrazione comunale guidata da Luciana Laera, le pose social del vicesindaco Sandro D’Aprile, l’inaugurazione e le sorti del teatro comunale, le luminarie natalizie e la pista di ghiaccio mancata. Il maggior numero delle “barbatelle” rivolte al presidente della Fondazione Maurizio Verdolino. Significativa la commozione espressa da Franco Sportelli di “Giugno ’87”, che ha baciato il palco del teatro comunale, tornato fruibile dopo 43 anni di chiusura; altrettanto emozionanti i ricordi di Raffaella Carrà e Tony Santagata nelle riproposizioni proposte dal Gruppo D’Elia e dell’eroe della Costa Concordia, l’alberobellese Giuseppe Girolamo, grazie al gruppo “I Spatriat” che hanno lanciato dal palco alla sindaca Laera di intitolargli una via della città.

A Cumbagneje d’i Uagnon

Lo spettacolo, condotto da Anita Gentile ed Enzo Calabritta e da Claudia Console e Luciano Lavarra, durato circa 5 ore, ha visto la partecipazione della giuria tecnica presieduta da Dino Andresini e composta da rappresentanti della cultura e del teatro: Daniele Sportelli, Massimo Bianco, Mino Decataldo, Pina Laterza e Marisa Masi. A fare incetta di premi sono stati, in particolare, due gruppi: “I Trap’lir cu ì ceppon”, che ha ottenuto i premi alla Satira, alla Padronanza del Dialetto e alla Presenza Scenica; e la “Cumbagnèie d’i Uagnon”, a cui sono andati i premi per la Recitazione, la Musica e la Qualità dei Testi. Il premio come Migliore Interprete è stato assegnato, infine, al propagginante Marco Laterza del gruppo “Cumbagnèie d’i Uagnon”.

Il premio a Marco Laterza

Unici intoppi la diretta a singhiozzo e i problemi audio, che hanno convinto molti a guardare la differita su Teledue.

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